Joan Didion racconta 60 anni di vita e scrittura sullo sfondo dei grandi eventi della storia americana
Joan Didion è un’autrice molto amata. Lo testimonia il successo del memoir L’anno del pensiero magico (Il Saggiatore), forse il suo testo più famoso. Nel libro l’autrice narra la perdita improvvisa del marito (e collega) e la grave malattia che ha colpito la loro figlia.
Nel 2017 Griffin Dunne realizza per Netflix il documentario: Joan Didion: il centro non reggerà. Sullo sfondo dei grandi eventi della storia americana, Didion racconta la propria esperienza di giornalista e sceneggiatrice hollywoodiana. Si passa dal rapporto con il marito John Gregory Dunne a quello con la figlia adottiva Quintana. Dall’assassinio di John Kennedy alla strage di Cielo Drive.
Quando il mondo di prima non esiste più
In tempi di pandemia, il documentario dedicato a Joan Didion, ci ricorda che la storia personale e quella collettiva qualche volta s’incontrano. La perdita improvvisa di una persona cara, una strage compiuta in piena notte durante una festa o l’arrivo inatteso di un virus ci riportano a un’esperienza comune. Didion la definisce: esperienza del disordine. Quando tutto va in pezzi è necessario venire a patti con una situazione inedita. Il mondo com’era prima non esiste più. I romanzi parlano sempre di cose che non si è in grado di affrontare. Scrivere, così, diventa un modo per farlo. Un tentativo di mettere ordine. Basti pensare a quanti libri siano usciti sul tema della pandemia, per rimanere nella stretta attualità. Se il serpente rimane visibile non può morderti, dice Didion, 86 anni, minuta e malferma sulle gambe. Mentre parla, solleva un braccio e fa ampi gesti con la mano. Ha gli occhi lucidi e un album pieno di fotografie e ricordi. La voce è ferma e il racconto per lei diventa una necessità.

Ne L’anno del pensiero magico Didion fa un riferimento al cielo azzurro del Kansas. I fatti tragici della vita, in fondo, sono come il ciclone ne Il mago di Oz. Arrivano all’improvviso e cancellano per sempre la quiete apparente che c’era prima. Siamo sempre impreparati di fronte alla perdita dei nostri cari. Al calore del quotidiano, subentra il gelo di una stanza d’ospedale. Al mormorio che ci circonda, il silenzio di una casa a un tratto vuota. Quando c’è la strage di Cielo Drive, Didion abita vicino alla villa dei coniugi Polanski. Il massacro che avviene nell’agosto nel ’69 fa quello che aveva fatto il ciclone nel Kansas. Segna l’irrompere del disordine in un mondo che si è frantumato per sempre. Ogni volta che restiamo soli, dobbiamo fare i conti con noi stessi, come la Dorothy del romanzo per ragazzi. Dopo la morte di John e Quintana, Didion confessa: ho dovuto imparare a essere me.