Dopo la precedente missione Apollo 13, con l’incidente che aveva messo a rischio l’incolumità dell’equipaggio, serviva un’importante iniezione di fiducia
20 luglio 1969: la missione Apollo 11 conduce per la prima volta l’uomo fino alla Luna, Neil Armstrong e Buzz Aldrin lasciano le impronte sul suolo lunare, il mondo è sbalordito, l’America festeggia. Il 14 novembre dello stesso anno parte anche la missione Apollo 12, che poco dopo il lancio rischia di essere annullata a causa di due fulmini che attraversano il razzo Saturn V, quello che spinge la capsula spaziale in orbita; ma il problema viene presto risolto, l’allunaggio è più preciso del precedente, il programma spaziale ancor più sulla cresta dell’onda.
11 aprile 1970: tocca alla missione Apollo 13. A neanche un minuto dal decollo, un’esplosione nel modulo di servizio provoca una lunga serie di problemi e di modifiche al piano originale: impossibile raggiungere la Luna, il rientro dell’equipaggio finisce per essere pieno di gravi rischi e di difficoltà. Il programma spaziale non gode più dell’appoggio incondizionato dei leader politici e dell’opinione pubblica, alcuni consiglieri di Nixon insistono per annullarlo subito.
31 gennaio 1971: parte la missione Apollo 14… e tutto dipende da lei.
Missione Apollo 14, o la va o la spacca
Anche nel caso dell’Apollo 14, non tutto andò liscio: ci vollero sei tentativi prima che il modulo di servizio riuscisse a estrarre il modulo lunare dal terzo stadio del razzo vettore. Ulteriori problemi furono causati da un interruttore difettoso, che inviò un falso allarme di “abort”, e da un ritardo sulla messa in funzione del radar che avrebbe fornito dati necessari all’atterraggio sulla Luna. A differenza degli imprevisti occorsi all’Apollo 13, però, nessuna di queste difficoltà aveva messo a rischio la vita degli astronauti (il comandante Alan Shepard, il pilota del modulo di comando Stuart Roosa e il pilota del modulo lunare Edgar Mitchell); in più l’allunaggio poté vantare una straordinaria precisione. Era il 5 febbraio 1971.
Gli astronauti lavorarono alacremente, svolgendo esperimenti (sia in orbita, sia sulla superficie della Luna) e prelevando campioni di suolo lunare, il che rese la missione importantissima dal punto di vista scientifico; il ritorno avvenne il 9 febbraio, con un ammaraggio perfettamente riuscito. Il buon esito della missione Apollo 14 spianò la strada alla prosecuzione del programma spaziale per un altro anno: oggi la NASA rende omaggio a quell’evento con un breve video celebrativo, che ci riporta a un tempo di grandi sogni e ambizioni.