Rivivere quella conquista attraverso i ricordi di chi c’era: il racconto di Alberga, che oggi ha 101 anni e non ha mai saltato una votazione nella sua vita
Il 1 febbraio 1945 venne emanato il decreto legislativo n. 23 che conferiva finalmente il diritto di voto anche a tutte le italiane che avessero compiuto 21 anni. Le donne furono finalmente rese partecipi di una parte fondamentale della vita sociale: significò innanzitutto prendere coscienza di poter essere le padrone del proprio destino.
In realtà era dal 1928 che nessuno poteva votare in Italia, a causa della cancellazione di questo diritto durante tutto il periodo fascista. Fra i cittadini vi era quindi un gran fermento quando fu annunciato il referendum del 2 giugno 1946, nel quale si chiese di scegliere fra Monarchia e Repubblica e di eleggere coloro i quali avrebbero dovuto redigere la nuova costituzione.
Molti degli uomini aventi diritto non avevano mai potuto votare prima, e a loro si aggiungevano tutte le donne che si apprestavano alle urne per la prima volta nel nostro Paese.
Suffragio universale: il racconto di chi c’era
In casa Ceolari non era certo un segreto come avrebbe votato Giuseppe, il capo famiglia, e i figli non furono sorpresi quando vennero convocati intorno al tavolo della piccola cucina per ascoltare il suo discorso, in una tiepida sera di fine maggio. La giovane Alberga aveva già le idee chiare: dopo aver visto uno dei suoi fratelli venire portato via dalla polizia fascista in piena notte, avrebbe fatto qualsiasi cosa per evitare che chiunque potesse vivere un’esperienza simile.
«Fra qualche giorno andremo tutti a votare – disse Giuseppe – ed è mio dovere spiegarvi alcune cose, visto che sarà la prima esperienza per tutti voi.»
Li guardò negli occhi uno per uno, per essere sicuro di avere la loro completa attenzione.
«Non vi dirò per chi votare – lo stupore si dipinse sul volto dei presenti – vi dirò invece qualcosa di molto più importante, che dovete rammentare: votate chi volete ma dovrete votare sempre nella vostra vita. È un diritto riconquistato grazie al sacrificio di molti ed è un dovere al quale non dobbiamo mai sottrarci.»
2 Giugno 1946
La mattina del 2 giugno 1946, Alberga si recò alla scuola elementare, quella che aveva frequentato lei stessa molti anni prima, e proprio nella sua vecchia aula entrò per la prima volta nel seggio come avente diritto al voto. Indossava il suo abito preferito e nella borsetta teneva il rossetto, per metterlo solo dopo aver apposto la sua X: la scheda andava chiusa leccando il bordo gommato, come per le buste, e non voleva rischiare di sporcarla rendendo nullo il suo voto così importante.
Quella ragazza oggi ha compiuto 101 anni, e non ha mai saltato una votazione, fedele alla promessa fatta al padre e a quello che ritiene essere un dovere verso la sua patria e verso tutti i cittadini.